sabato 26 febbraio 2011

L’embargo silente contro tutta l'Isola

di Augusto Secchi

Dopo l’embargo di libri e parole tentato da Raffaele Speranzon e dai suoi discepoli - tentativo stoppato grazie a un’indignazione diffusa - c’è un embargo di uomini e merci del quale parlare. Ma non si parlerà qui di embarghi imposti da potenze economiche portatrici di democrazia in punta di moschetto. Si parlerà di un embargo più vicino, ma stranamente silente. Un embargo che incide sulle tasche di chi ha la fortuna di abitare o visitare per diletto questo sandalo circondato d’acqua salata chiamato Sardegna. Dopo l’annunciata inchiesta dell’Antitrust, datata 22 gennaio, si riparla finalmente dei siderali aumenti imposti dagli armatori che, dal ponte dei loro traghetti, ci cantano il solidale: “o mangi di questa minestra o salti dalla finestra”.
Altroconsumo, da cui è partita quella prima segnalazione, parlava di un aumento medio delle tariffe del 66%. Ora, passato oltre un mese da quella segnalazione, Casper, Comitato contro le speculazione e per il risparmio, si accorge che qualcosa non quadra e, cadendo dalle nuvole, fa un’altra segnalazione all’Antitrust. Cadono dalle nuvole, nondimeno, anche i sindaci dei Comuni della Provincia di Cagliari, i Consorzi turistici, l'Unione delle Province della Sardegna, l'Api, la Camera di Commercio di Cagliari, l'Ascom, Confindustria, Confesercenti, Coldiretti, Confagricoltura e che più ne ha più ne metta.
Tramortiti da questa e da altre percentuali noi, per ogni buon conto, restiamo in attesa. Poi, se proprio non ce la sentiamo di fare la traversata in canotto, andiamo allo sportello di una compagnia di navigazione e, aspettando altri risvegli e altre indignazioni a scoppio ritardato, paghiamo con denaro contante il biglietto che ci consentirà di posare il nostro costoso piede in un’Italia sempre più distante e matrigna.
A proposito di compagnie di navigazione: a volerle cercare con il lanternino si possono leggere dichiarazioni di qualche armatore che, facendosi voce seccata di quest’isola, denunciava la situazione di monopolio di fatto, e di Stato, in cui lavora la Tirrenia. La stessa voce proponeva una raccolta di firme per sensibilizzare i sardi sulla continuità territoriale. Sensibilizzazione che avrebbe portato, par di capire, a una concorrenza più leale e, dunque, a prezzi più bassi.
Oggi che i prezzi sono pressoché raddoppiati, a chi gli chiede conto di quell’aumento, la stessa voce si nasconde dietro il salvifico coperchio adatto per ogni pentola: dato l’aumento esagerato del carburante nel corso dell’ultimo anno gli aumenti erano inevitabili. In questa spiegazione c’è qualcosa che, facendo due conti, non torna. Federconsumatori ha denunciato qualche mese fa un aumento complessivo, alla pompa, di 18 centesimi nell’ultimo anno. Un aumento spropositato che, tuttavia, diventa una quisquilia se paragonato a quel 66%.
Dopo aver finito di fare i conti ho messo da parte la calcolatrice e, osservando un cielo plumbeo che annunciava tempesta, sono arrivato a questa improbabile ma plausibile conclusione: il carburante che si bevono le navi della Moby, e delle altre compagnie, oltre ai soliti volgari additivi, deve avere briciole d’oro, argento e, immagino, zafferano. Polvere aromatica che negli ultimi tempi, lo sanno le casalinghe, è salito alle stelle.
Dico la verità: mi sembrava un’accattivante conclusione per questa riflessione. Ma, pensando proprio a quelle casalinghe che mettono da parte i propri spiccioli per regalarsi una breve vacanza oltre Tirreno, non mi è venuto da ridere. Mi sembrava più opportuno concluderla con una domanda e una proposta. Come si pone fine a quest’embargo di uomini e merci? E’ semplice: indignandosi tutti insieme, ma per davvero, proprio come è avvenuto per l’embargo di libri e parole.

16 commenti:

Adriano ha detto...

Ciao Augusto, purtroppo hai ragione. Già il 20 gennaio avevamo invitato l'indipendentismo ad interessarsi al tema: http://www.sanatzione.eu/2011/01/indipendentismo-vecchio-e-assente-sardi-abbandonati-altroconsumo-segnala-ad-antitrust-situazione-prezzi/

La domanda quindi diventa: se si interessa poco l'indipendentismo (che con la sua catasta di movimenti dovrebbe essere l'area politica che si interessa con tenacia al territorio), come pretendere che lo facciano gli altri?

Tutti preferiscono lamentarsi, ma agire mai. O sono pochi quello che lo fanno.

Bomboi Adriano

elio ha detto...

@ Augusto @ Adriano

Adriano e Augusto, che bei nomi classici. Lo dico senza ironia, a me piacciono molto. Non ho motivo di dubitare che piacciano anche a voi che li portate. Se così non fosse per tutti, però, sarebbe ora che nascesse un bel movimento di liberazione dai nomi, imposti senza il beneplacito dell’interessato. Sarebbe ora che qualcuno si indignasse per questo sopruso. Abbiate pazienza per la presa per il culo manifesta e, quindi, inefficace, ma tutta questa indignazione che cresce e si accumula mi indigna. Non che Augusto non abbia ragione, ne ha da vendere. Solo che, per infilzare meglio i responsabili della sua indignazione, usa le baionette degli esportatori di democrazia che, se mi permette, c’entrano, un pochino, come i cavoli a merenda. Una domanda di passaggio: dovremmo indignarci anche se i moschetti intervenissero in Libia? Non è questo che ci interessa, ora come ora. È l’embargo, è quel 66%. E che diamine! Ci siamo indignati per il minacciato rogo dei libri, per la cultura sotto assedio da parte del sindaco di non so dove e non dovremmo farlo per l’embargo a Sandalia nostra dal salso mar baciata? La mia malignità mi porta a pensare che, visto il gran casino che succede a due passi da casa, sia arrivata l’ora, per gli “indignati speciali”, di dare una bella spallata a tutte le istituzioni che ci governano, "Casper…i sindaci della Provincia di Cagliari, i Consorzi turistici, l’Unione delle Province della Sardegna, l’Api, la Camera di Commercio di Cagliari, l’Ascom, Confindustria, Confesercenti, Coldiretti, Confagricoltura e chi più ne ha più ne metta.” e mandare tutto gambe all’aria. Evviva. Non si guarda altro. Non si fa un pensierino sul fatto che tutto questo “chi più ne ha più ne metta” non ci è venuto dal pianeta Marte. È carne della nostra carne. Con noi stessi dovremmo indignarci e con qualche ragione. Forse la mia non è malignità, è disillusione, è disincanto se non cinismo. Sì! Devo essere proprio un cinico bastardo.

Adriano ha detto...

E' vero, la storia passa a pochi chilometri da casa nostra, ma quì il contesto è diverso. Ed in questo contesto non sono auspicabili rivoluzioni ma processi riformistici graduali. Il problema è che per avviarli serve meno frammentazione da parte del nazionalismo Sardo e più contenuti. Ma su questo punto sono ottimista.

Bomboi Adriano

Grazia Pintore ha detto...

Signor Elio è meglio essere cinici bastardi ma sinceri che ipocriti.Il male è sempre nelle alte sfere e bisognerebbe essere più attenti nell'attribuzione degli incarichi se si vuole il bene della nostra splendida isola.Questa ventata di ribellione, che viene dai popoli a noi vicini, mi intriga.Quando inizierà il popolo sardo a ribellarsi?

augusto secchi ha detto...

Intervengo per dire che nel testo si parla di “democrazia in punta di moschetto” solo per introdurre l’argomento che più mi sta a cuore da molto tempo, ovvero l’indignazione “a scoppio ritardato” dei politici e delle varie associazioni che oggi sbandierano una segnalazione all’Antitrust, senza avere l’onesta intellettuale di ricordare che la stessa segnalazione è stata fatta più di un mese fa da Altroconsumo che, probabilmente, in quel momento non dormiva il sonno dei giusti. D’altra parte il signor Elio - dopo un richiamo ai cavoli a merenda che, mi permetta l’affettuoso e manifesto gioco di parole, c’entra davvero come i cavoli a merenda - non fa altro che ribadire lo stesso triste disincanto e disillusione presenti nell’intervento. Lei ci mette solo una punta di cinismo, in più, al quale spero di non approdare. Lo scetticismo in cui mi crogiolo da qualche tempo le assicuro che basta e avanza. La saluto con simpatia e la ringrazio per le gradevoli battorine alle quali vedrò di partecipare quanto prima.

Unknown ha detto...

@ Adriano
Sbaglio o abbiamo un partito che si reputa indipendentista e che sostiene una giunta regionale di partiti italiani? Auspicherei che il suddetto partito intervenisse in modo concreto mi pare che gli altri movimenti, facciano quello che possono, a prescindere dalle divisioni.

Jubhanne Azeri

Grazia Pintore ha detto...

Scusate il mio brutto carattere ma quando si critica,anche in maniera amorevole,una persona che stimo,mi inalbero.Ho letto e riletto il commento del signor Elio e non mi sembra che c'entrino i cavoli a merenda a lei attribuiti.Non sono "cavoli miei"difenderla,lei lo farà meglio di me.Scusatemi ma,quando trovo una cosa ingiusta intervengo per solidarietà.

Adriano ha detto...

Nò Atzeri, i 10 movimenti Sardi non fanno quello che possono. Hanno centinaia di attivisti dietro ma quando uscì la denuncia di Altroconsumo, l'unico che alzò la voce un po fu Mauro Pili del PDL. Questi sono i fatti. Basti pensare all'assenza di comunicati bilingue. E meglio non parlare di tanti altri temi.

Adriano Bomboi

Unknown ha detto...

E cale suni sos 10 movimentos indipendentistas?

Adriano ha detto...

Ho detto 10 movimenti Sardi: autonomisti e indipendentisti. Siccome ne abbiamo tanti ma pochi fanno quello che serve e si attaccano tra loro, probabilmente servirebbe un po di pulizia per semplificare e rendere efficiente il panorama.

Adriano Bomboi

gianfranco meloni ha detto...

Anche quello del signor Adriano Bomboi dovrebbe essere uno della "catasta di movimenti indipendentisti". Movimento chiamato da lui stesso U.R.N. SARDINNYA. Il signor Bomboi che invece di spronare il "suo" partito di riferimento ad azioni capaci di far sentire la propria voce, preferisce continuare a emanare sentenze senza mai sporcarsi le mani in azioni concrete come fanno quasi tutti gli altri. L'onorevole Pili se si è fatto sentire non ha fatto altro che un centesimo del suo dovere di politico italo-sardo truccato da sardista per il quale è profumatamente pagato.
Vorrei che il signor Bomboi ci desse dei suggerimenti sulle azione che dovremo compiere ( assaltare qualche nave di linea? Organizzare una manifestazione a Montecitorio con manganellate conseguenti? ecc.).

Adriano ha detto...

Meloni, U.R.N. Sardinnya è un'associazione politico-culturale di privati che ha un mezzo di comunicazione sul web, non un movimento politico. C'è scritto in lungo e in largo per la rete da quasi 6 anni.
Se avessimo voluto fare l'ennesimo micro-partitino non ci sarebbe voluto nulla.

Noi esistiamo anche per fare delle critiche costruttive, il tuo compito ora non dovrebbe essere quello di prendertela con me per aver detto la verità, ma prendertela con il tuo movimento di riferimento per aver detto poco e nulla sulla materia sollevata da Secchi. Sto solo dicendo che se 10 movimenti territoriali non riescono neppure a occuparsi delle cose di cui c'è da occuparsi, vuol dire che le divisioni sono inutili e non sono giustificate da seri contenuti.

Adriano Bomboi

gianfranco meloni ha detto...

Signor Bomboi, sicuramente , preso dslla fretta del momento mi sono espresso male, non ho mai pensato che lei rappresenti un movimento politico semmai , da quanto dice solitamente e dalle simpatie che lei esprime velatamente ho pensato che doveva citare il suo partito di riferimento cioe è il Ps d'AZ che si è collocato nella maggioranza regionale. Per quanto ci riguarda come movimento politico indipendentista iRS la invito a collegarsi al sito www.irsoline.net
all'interno del quale chiunque potra' vedere come gia' dal 2008 ci siamo impegnati nella elaborazione di una proposta per la creazione di una flotta sarda che ci desse la possibilita' di rompere le catene della dipendenza e della liberta' di navigazione lungo il Mediterraneo, con sicura riduzione dei costi. Tutto questo sarebbe fattibile con il recupero di una piccola parte degli euro che lo stato italiano ci deve come Regione Autonoma.

Adriano ha detto...

Gianfranco, se lei leggesse di più U Erre Enne e meno la propaganda dei singoli movimenti scoprirebbe che noi non patteggiamo per nessun movimento politico in particolare, ma sosteniamo quelle forze che hanno qualche contenuto e che hanno la responsabilità di unirsi senza attaccare qualcun'altro sul nulla. E' per questo che spesso confutiamo le etichette: perché dietro di esse c'è il nulla, sono solo il paravento dei protagonismi.

La "flotta Sarda" è un'idea vecchia che più non si può, la invito a collegarsi a questo link che la porta all'immagine di un volantino: http://www.urn-indipendentzia.com/URN/Flotta%20Sarda%20-%20PSD%27AZ.jpg

In un mercato come quello attuale, questa concezione statalista da compagnia di bandiera probabilmente oggi creerebbe solo un nuovo inefficiente carrozzone clientelare. Ci serve una maggiore liberalizzazione (ma questo forse è un termine semisconosciuto o recente nell'indipendentismo). Per cosa crede che l'abbiamo fatto l'articolo sulla denuncia di Altroconsumo del 20 gennaio? Solo per le rotte commerciali? http://www.sanatzione.eu/2011/01/indipendentismo-vecchio-e-assente-sardi-abbandonati-altroconsumo-segnala-ad-antitrust-situazione-prezzi/

E' stato fatto anche contro l'inutile indipendentismo che da anni si ricicla in diverse bandierine proponendo la solita minestra riscaldata, e con soluzioni che spesso sono inapplicabili o derivanti da un retaggio culturale poco propenso ad uscire da una certa logica vetero-socialista nell'approccio ai problemi.

Adriano Bomboi

gianfranco meloni ha detto...

La ......ringrazio per la sua risposta che non condivido...se un giorno avremo il piacere di un incontro CARA a CARA ne potremo parlare meglio.
A menzus bidere

Unknown ha detto...

Ohi Ohi Bomboi
Tue puru mi pares chi faghes solu preigas che preide in trona.
Abassatiche e abbaida chi est andau a che bogare s'arga dae portu turre, a abboghinare contr'a sa base de chirra, e no abarro faghinde listas, ma, tue acabamila de bogare sententzias!!!!!