martedì 17 novembre 2009

Costituente o no, l'importante è discutere del Nuovo Statuto

Il Partito sardo, che ha tenuto negli ultimi due giorni il suo Congresso nazionale, ha molto insistito sulla Costituente come strumento per la redazione di una proposta di nuovo Statuto da inviare al Parlamento sardo. La elezione della Costituente è regolata da una sua proposta di legge presentata nel giugno di quest'anno ed è parte del programma elettorale di Cappellacci che però, nel saluto portato al Congresso, ha chiesto al Psd'az un ripensamento.
È un organo, pare di capire dalla proposta sardista, di cui la Regione si può dotare senza eccedere dalle sue competenze. In realtà, secondo lo Statuto sardo, “il Consiglio regionale ha facoltà di istituire organi di consulenza tecnica”. Se questo fosse, è possibile (ma non certo) che lo Stato non eccepisca e non rinvii alla Corte costituzionale la legge che il nostro Parlamento, come sostengono i sardisti, potrebbe davvero rapidamente approvare in modo che l'elezione della Costituente possa avvenire insieme a quelle amministrative della prossima primavera e dopo una campagna di informazione e di dibattiti popolari.
La proposta di legge così come è stata presentata è, nella parte che indica i principi a cui si dovrebbe conformarsi lo Statuto, del tutto arretrata, prevedendo, per esempio, “potestà legislative, da esercitare in via esclusiva ovvero in concorso con lo Stato”, anziché una netta distinzione fra le competenze della Regione e quelle dello Stato, come prevede la proposta del Comitato per lo Statuto. Ma a questo si potrebbe ovviare nella discussione che avverrebbe in Consiglio regionale, se il centrodestra tenesse fede sia all'appoggio dato alla proposta del Comitato per lo Statuto sia a quanto lo stesso presidente della Regione ha detto ai congressisti sardisti. E se, va da sé, l'opposizione di centrosinistra fosse d'accordo per varare la Costituente.
Probabilmente gli stessi consiglieri regionali reduci dal Congresso, in cui si è ribadita la scelta indipendentista del Psd'az ,valuteranno quanta distanza corra tra una prospettiva di indipendenza e i principi minimalisti che si vorrebbero indicare ai membri della Costituente.
Ma il problema di fondo non è tanto questo, quanto il rischio di un avvitarsi del dibattito intorno ad uno strumento, la Costituente, che è pur sempre un organo tecnico sia pure eletto sulla base di liste preparate dai partiti. Il desiderio del Partito sardo di coinvolgere il popolo sardo nella scrittura dello Statuto è lo stesso che ha animato il Comitato per lo Statuto e i gruppi consiliari che si sono proposti a garanti del processo di elaborazione della Carta de Logu noa de Sardigna. L'idea di base – per ora persa per strada dal centrodestra – fu quella di aprire nella società sarda un grande dibattito sulla proposta per arrivare alla sottoscrizione di una legge di iniziativa popolare. Questo per dire che la necessità avvertita dal Psd'az è assolutamente condivisa.
Il Partito sardo non ha partecipato per sua scelta alla elaborazione della proposta del Comitato e, quindi, capisco che non la possa sentire propria, anche se non c'è alcun dubbio che essa sia figlia della cultura politica sardista. Personalmente sono dell'idea che l'Assemblea costituente rischi di impantanare la questione del Nuovo Statuto nelle secche della burocrazia governativa, occhiuta vestale della Costituzione. Questo confermerebbe sì, se dovesse accadere, la natura centralista e accentatrice dello Stato e rafforzerebbe richiesta di indipendenza avanzata dal Psd'az. Ma bloccherà il cammino dello Statuto. A meno che, insieme alla battaglia per la Costituente, il Partito sardo e insieme ad esso i partiti che ci stanno, non si attrezzino per aprire nella società sarda un importante dibattito su come i sardi vogliono essere autonomi e sovrani nella loro Terra. Per fare questo, credo, sia venuta l'ora di discutere non più solo di strumenti ma di contenuti e di partecipazione popolare.
Chi non è d'accordo, parzialmente o radicalmente, con la proposta del Comitato per lo Statuto produca un articolato alternativo o anche una lista di principi cui la nuova carta dovrebbe conformarsi e si apra un confronto con il popolo sardo. A pensare agli strumenti con cui mandarla avanti ci si penserà dopo.

8 commenti:

Daniele Addis ha detto...

Si, l'importante è discuterne... ma qualcuno mi potebbe spiegare come mai la giunta regionale, non ostante appoggi a proposta di statuto del comitato ed allo stesso tempo abbia garantito l'istituzione di una costituente per la riscrittura dello statuto, non stia facendo praticamente nulla di concreto nè nell'una nè nell'altra direzione? Eppure è da diverso tempo che arrivano segnali da tutti gli ambiti della societá sarda che dicono chiaramente che sono TUTTI d'accordo sul fatto che ci debba essere un nuovo statuto.

Non so perché, ma dopo questi primi mesi di governo regionale con inclusa la fregatura della SS-OL, ho come la sensazione che "qualcuno" ci stia cojonando.

zfrantziscu ha detto...

@ Addis
Più che a questo blog che si sforza di raccontare, dovresti chiederlo ai partiti. Tutti, visto che lo Statuto dovrebbe interessare tutti.

Daniele Addis ha detto...

L'ho chiesto a Lei proprio perché i partiti ed i loro rappresentanti danno sempre risposte fumose (magari poi Lei era a conoscenza di qualche particolare che a me era sfuggito). Certo poi che lo statuto "dovrebbe" interessare tutti (dubito peró che venga prima dei loro giochetti di potere all'interno dei rispettivi partiti), ma sta alla maggioranza il compito di avviare la macchina organizzativa. L'opposizione poi potrá o dovrá dare il suo contributo... ma al momento purtroppo sembra che siamo lontani anni luce da queste cose.

zfrantziscu ha detto...

Caro Daniele
visto che chiedi il mio parere, dico che in parte hai ragione: i partiti non si stanno scapicollando per approvare il nuovo Statuto sardo. Ma è ingiusto e non veritiero (frutto forse del fatto che neppure la stampa si scapicolla a informare) dire che ci sia solo fumo. Vediamo perché:
Intanto la proposta del Comitato per lo Statuto è diventata disegno di legge del tuo amico - seguo con interesse i vostri dibattiti - Massidda;
Ti segnalo l'intervento (a cui è legato il tuo commento) del presidente della Regione al Congresso sardista; tutto potrà essere fuor che fumoso;
Così non è fumosa l'inizativa del Pd di far discutere in una prossima seduta straordinaria del Consiglio un programma di approvazione del nuovo Statuto;
Né fumose sono le prese di posizione degli schieramenti opposti che - è vero - per ora solo si annusano, ma si dichiarano reciproca disponibilità.
In fondo, in quest'ultimo anno, si sono fatti passi in avanti quali non sono stati fatti nei decenni precedenti.
La politica non ha i tempi dei treni ad alta velocità ma quelli delle littorine. A noi, credo, spetti di stimolarla con critiche anche dure non con la rassegnazione di chi dà ormai tutto per perduto. So che tu non hai alcuna considerazione per "i partiti italiani", non senza ragione, ma sono questi che hanno il consenso del 90 per cento degli elettori e di ciò dobbiamo tenere conto. Avere un buono statuto di autogoverno non è lo stesso che avere una costituzione indipendente, ma non è neppure lo stesso che avere lo statuto attuale.
Dipende anche da noi tutti, fare in modo che le quote di sovranità siano piuttosto maggiori che minori.

Daniele Addis ha detto...

Guardi sig. Pintore, non ho detto che sono solo fumo, ho detto che sono fumose, cioè non si capisce bene quale sarà il percorso concreto che porterà all’approvazione del nuovo statuto. Sul ddl del senatore Massidda presentato al senato ed al vaglio della commissione (affari costituzionali?) al momento è quanto di più concreto si abbia a disposizione, ma ammetto la mia ignoranza in queste cose: qualora passasse questo “vaglio” potrebbe essere approvato senza passare attraverso il consiglio regionale, oppure tornerebbe indietro per essere votato dal parlamento sardo? E se poi il parlamento sardo dovesse modificarne delle parti, la commissione lo dovrebbe riesaminare da capo?
Io i partiti italiani li critico per quello che fanno/non fanno, la stima è una cosa che si dovrebbero guadagnare, ma purtroppo mi sembrano molto autoreferenziali. Montanelli con il suo “turiamoci il naso” credo che abbia fatto molti danni… alla lunga gli elettori si sono abituati alla puzza.
Comunque, non so se si riferisca a me quando parla di “rassegnazione”… nel caso la tranquillizzo e le dico che non sono per niente rassegnato, né ho mai parlato di inutilità del nuovo statuto, anzi. È da diverso tempo ormai che sollecito affinché si faccia qualcosa proprio perché la società sarda pecca di immobilità. Poco importa che io ritenga il nuovo statuto non risolutivo, da parte mia difficilmente arriverà una qualche difesa nei confronti del vecchio statuto perché difficilmente si potrebbe fare peggio. Le mie critiche vogliono essere proprio uno stimolo ai politici affinché non abbiano paura di fare. Le critiche, da una parte o dall’altra, arriveranno comunque, ma prendere decisioni è il loro mestiere; quello del popolo è di giudicare attraverso il voto.
Consulta, costituente o approvazione diretta della vostra proposta, facciano come vogliono, ma facciano. Sono andato poi a guardare come sono andate le cose nella scorsa legislatura per quanto riguarda la consulta, ma ho trovato poco. Ho solo avuto l’impressione che abbiano prevalso gli interessi di parte ed i soliti giochetti politici. A parte la sovranità (ovviamente cassata dalla corte costituzionale perché una regione non puó essere sovrana, per questo è scorretto mischiare autonomia con sovranità) cosa c’era che non andava in quella legge?

Saluti

zfrantziscu ha detto...

@ Daniele Addis
Vado per ordine:
Il percorso per l'approvazione dello Statuto è uno solo, quello che passa attraverso le due letture dei due rami del parlamento italiano che è anche titolare della iniziativa della sua revisione. "Anche" il Consiglio e 20 mila elettori possono proporla. Questa trappola rende indispensabile una grande unità dei sardi. Altrimenti...
Se il Ddl di Massidda, ma è una ipotesi non reale, dovesse essere approvato, al Consiglio regionale resta la possibilità di adottarlo o di chiamare i sardi a referendum.
Quanto alla "rassegnazione" non avevo certo in mente te, ma un clima che non è difficile prevedere si instauri in Sardegna se non si viene a capo dei dissidi e contrasti.
Infine la Consulta: doveva essere nell'idea di Soru, un club di cervelli cui affidare la elaborazione dello Statuto: un'operazione illuminista e basta. Quanto alla sovranità, bada bene che questa, già allo stato attuale, può essere compartita. E' chiaro che le vestali della Costituzione non attendevano altro, per bocciare l'idea, che una Lanzillotta qualsiasi impugnesse la, per altro pessima, legge regionale, riscattata solo da quell'accenno alla "sovranità del popolo sardo".
Ma la proposta del Comitato e poi di Massidda introducono quote piuttosto alte di sovranità, senza mai nominarla.
La situazione è "meglio posta" di quanto tu possa pensare. Certo, ripeto, ci vuole un enorme sforzo di unitarietà di intenti sia da parte di chi pensa che il nuovo Statuto sia il massimo sia di chi pensa che si tratti del minimo indispensabile.
Per gli uni è un punto di arrivo, per altri solo un punto di partenza. Non credi valga la pena di perseguire il bene, lasciando da parte per ora il meglio?

Daniele Addis ha detto...

Io credo che valga la pena scrollarsi di dosso un po' di immobilismo. Si puó approvare un nuovo statuto con la coscienza di non stare approvando una bibbia, per cui, se la societá sarda lo riterrá necessario, si potrá procedere senza troppe remore varare un nuovo statuto ancora e ancora.

Per quanto riguarda la consulta, non avrebbe dovuto essere eletta dal popolo (magari mi sbaglio)? E cosa differenzia il comitato per lo statuto da un'eventuale consulta formata da un "club di cervelli"? A quanto ho capito il centro destra non ha appoggiato l'idea di una consulta, ma ha appogiato, assistito e (in una certa misura) partecipato al lavoro del comitato... qualcosa non mi torna. o dico senza polemica perché, visto che io alla fine vorrei comunque arrivare ad avere una costituzione, poco mi importa se i vari statuti che si succederanno deriveranno da consulte elette o dal lavoro di un qualche comitato.

La sovranitá appartiene allo stato italiano. Questo puó concederne alle regioni l'usufrutto o la compartecipazione, ma ha sempre diritto all'ultima parola.

Daniele Addis ha detto...

"Per quanto riguarda la consulta, non avrebbe dovuto essere eletta dal popolo (magari mi sbaglio)?"

Infatti mi sbagliavo... certo che trovare le notizie sulla consulta non è mica facilissimo! Comunque ho visto che sarebbe dovuta essere scelta in parte dal consiglio. L'opposizione voleva la costituente invece... come al solito poi non se ne è fatto niente.