martedì 24 marzo 2009

Le origini illiriche di Aristanis

di Alberto Areddu

Tempo fa sul Blog si era discusso della proposta di ridenominare il Golfo di Oristano con l’appellativo di “Golfo dei Fenici”. Rintervengo ora, proponendo all’attenzione del curatore e dei cultori, un estratto, aggiornato dal mio libro, sulle origini del nome della città. Il poleonimo di Oristano appare in antico in una forma (Aristianis limne, nel geografo bizantino Giorgio Ciprio) che si ripresenta tuttoggi nel dialetto comune: Aristanis; la deformazione in Oristano è successiva (a partire da geografi toscani del xii sec.). L’interpretazione che ne fa un toponimo africaneggiante per l’uscita in -an (Terracini), come quella che lo vorrebbe un indimostrabile prediale da tale Aristius (De Felice; Pittau) hanno poco fondamento; un suff. -anis ritorna infatti nel sostrato (cfr. ad es. Lesanis). Lo spiritus loci dovrebbe indirizzarci a fornire invece un etimo confacente alle caratteristiche, abbastanza particolari, del territorio. Oristano sorge a pochi km. dalla costa all’interno dell’omonimo golfo, in vicinanza dello stagno di S. Giusta, ma la denominazione di “portu” nel Medioevo fa presumere una sua maggiore prospicenza alla costa. Una prima nostra interpretazione ci potrebbe spingere a vedere nelle forme riportate dei geografi toscani: Arestagno, Aristanno un indizio di una durevole continuità dal lat. stagnum (cfr. Spano sull’individuazione da ‘stagno’); ma se l’interpretazione è motivata geograficamente, non lo è altrettanto linguisticamente: dal lat. stagnum avremmo ottenuto nel sardo *stannu, e non vedendosi il motivo della perdita della geminata, meno ancora si comprenderebbe un Ari- iniziale romanzo. La chiave illirica può invece darci maggiori risposte; qui, come nel celtico, esiste un prefissuale ar- (celt. are-, ari- ‘presso’; cfr. anche umbro ar- per ad-) “presso”, che ritorna peraltro in altri toponimi sardi; presso dunque di che cosa? La risposta più confacente: un’ ‘imboccatura’: cfr. all’uopo antico indiano ustha- ‘labbro, bocca’, così anche avestico aošta-, aoštra- (<*əus), lat. ōstium ‘entrata, imboccatura sul fiume’ (= slav. *ustьje); antico slavo usta ‘bocche’; slavo *ustьje 'imboccatura'; antico slavo ustьna, sloveno ûstna ‘labbro' (dalla stessa base si confrontino le città tracie di Ostaphos, Ostudizos). Discorso solidale credo vada fatto per la località turistica olbiese di Porto Ìstana. Anche qui verosimilmente ritroviamo un *usta ‘imboccatura’ che originariamente doveva apparire isolatamente come *Ust-ana ‘luogo dell’imboccatura’ -> ‘porto’, poi replicato tautologicamente con la definizione di Porto. Dunque sia Oristano “che sorge presso un porto”, sia Porto Istana ci possono testimoniare che la forma *Ùstana indicasse nella lingua nuragica il ‘porto largo’ (cfr. lettone uosts masch, uōsta femm. ‘porto’). La resa i/u si inserisce in quegli adeguamenti fonetici di u esotici, verosimilmente [ü], della latinità coi prestiti, e nel successivo passaggio del segmento iniziale us- poco frequente a quello logudorese is- (: i-stare, i-schire). Secondo lo Spano, un altro Aristani/Aristanno si sarebbe trovato nel territorio di Olbia (forse in reg. Astaina si recepisce il documentato Aristana). Riguardo l'uscita in -is, che parrebbe latina, faccio presente che la presentano parole sicuramente prelatine come Kalaris/Karalis, Lesanis, Etis, Seunis, Sipontis, e per le quali ho trovato forti connessioni illiriche. Al momento non ho trovato tracce di *usta in area illirica, ma non è detto che salti fuori; foneticamente si adatterebbe la località di Shtanë (anticam. Stana), registrata dalle carte albanesi, che però non è località balneare. Riguardo poi la toponomastica odierna albanese essa ha subito notevoli influssi da quella slava (gli albanesi erano pastori in continua migrazione per i Balcani), e molto oggi si discute su quanto sia esterno e quanto sia originario.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Francu Pilloni scrive:

Gentile Areddu,
perché nell'anno Mille Anno di fondazione della città) i Sardi che parlavano in sardo dovevano far riferimento al latino stagnun, quando quegli specchi d'acqua ora come allora li abbiamo chiamiati sempre stainis?
Pilloni de staini (trampoliere) per esempio.
Oru de stainis (vicino agli stagni), appunto, Or' 'e stainis, dove la o iniziale diventa a, come spesso accade, per esempio in Orroli, pronunciato in situ Arroli, con la ò(aperta), esattamente come nel vocabolo per indicare la quercia.
Che Aristanis significasse "vicino, in mezzo agli stagni" era patrimonio popolare. Lo posso testimoniare per averlo sentito da ragazzo.
Cordialmente.
Francu

Anonimo ha detto...

areddu scrive:
solo che l'elemento ar- si presenta anche in altri areali diversi da quello oristanese e campidanese. E oltretutto perchè la sua ipotesi possa venir confermata bisognerebbe supporre che già intorno al 1000 si fosse realizzato il passaggio or(u) -> ar(u). E' indubbio come ho poi detto che l'accostamento paretimologico di "stagno" deve esser stato importante, ma graffittando a mio giudizio c'è dell'altro (veda Porto Istana, con l'accento sulla i, che con stagnum non si può spiegare, e veda la carta sul sito mio per una conformazione geografica, a imboccatura, assai simile a quella di Oristano)